“ Verso il fondo del campo…c’è la finale regionale! ”Progetto e campionato regionale di tag rugby IC RENDE QUATTROMIGLIA “G. Falcone”

Il rugby è una disciplina sportiva con una storia davvero singolare. Il suo nome è legato alla città della contea del Warwickschire, in Inghilterra: qui, il 1 novembre del 1823, circa duecento anni fa, il diciassettenne William Webb Ellis, forse annoiato di stare in porta, durante una partita scolastica di football, improvvisamente prese la palla con le mani e iniziò a correre verso il fondo del campo. Tra il probabile stupore degli avversari e la sicura irritazione dei compagni nasceva un nuovo gioco che, ben presto venne considerato, in Inghilterra e in altre parti del mondo, un antidoto all’immoralità e una cura per la disciplina. Qualche anno più tardi, nel 1827, al successo sportivo e sociale del rugby rispondeva un giovanissimo Giacomo Leopardi che, nelle “Operette morali”, affermava: «il corpo è l’uomo», e continuava: «tutto ciò che fa nobile e viva la vita, dipende dal vigore del corpo, che, senza quello, non ha luogo. Uno che sia debole di corpo, non è uomo, ma bambino; anzi peggio; perché la sua sorte è di stare a vedere gli altri che vivono, mentre, egli, può, tutt’al più, chiacchierare, ma la vita non è per lui. […] Tra noi, già da lunghissimo tempo, l’educazione non si degna di pensare al corpo, cosa troppo bassa e abbietta: pensa allo spirito e, appunto, volendo coltivare lo spirito, rovina il corpo; senza avvedersi che, rovinando questo, rovina a vicenda, anche lo spirito». Due secoli dopo, in Italia, i limiti di una pedagogia che non sappia coniugare il benessere del corpo con quello dello spirito, sono stati ampiamente superati e l’IC RENDE QUATTROMIGLIA, sempre al passo con i tempi e con le esigenze delle nuove generazioni, ha fortemente voluto realizzare un progetto sportivo di tag rugby e intraprendere un campionato regionale che si sta rivelando un vero e proprio successo. Abbiamo appena vinto la partita di accesso alla finale regionale e, dopo il primo momento di irrinunciabile euforia, siamo già a lavoro per la preparazione atletica della partita di finale che si terrà, a Crotone, il prossimo 23 aprile. Se riusciremo a superare la finale regionale, il prossimo obiettivo è partecipare al campionato nazionale di tag rugby che, quest’anno, sarà in Campania, dal 20 al 24 maggio. Siamo competitivi, ma lo siamo perché crediamo nelle nostre scelte e lavoriamo, con impegno, per raggiungere questi risultati. A coordinare il progetto di tag rugby e gli insegnanti di educazione motoria, che hanno lavorato nelle diverse classi e sezioni dell’IC RENDE QUATTROMIGLIA, un preparatore atletico di eccezione: il professore Salvatore Mazzei, che sembra il garante della nostra scuola per poterle vincere e vincerle tutte a prescindere dal gioco o dallo sport o dalla disciplina in gara. Da tanti anni ormai, il prof, segue, con passione, i ragazzi e li porta, puntualmente, sul podio. Risale solo al 2019 la vittoria del campionato nazionale di Duathlon a porto Sant’Elpidio, nelle Marche. Nel caso del progetto di tag rugby, invece, la preparazione iniziale ha coinvolto sia gli alunni che le alunne di tutte le classi: i ragazzi hanno risposto con entusiasmo e si sono cimentati, da subito, nell’apprendimento delle regole del gioco attraverso le lezioni frontali e negli allenamenti pratici, favoriti dai bellissimi spazi verdi di cui, ogni plesso dell’istituto, è circondato. Questi allenamenti sono, chiaramente, serviti, oltre che a sperimentare una nuova attività, ad imparare cose diverse insieme e ad impararle divertendosi, anche e soprattutto, a mettere insieme la squadra che ha poi intrapreso i vari incontri di campionato regionale: una vittoria dopo l’altra, con enorme soddisfazione, siamo arrivati alla qualificazione per la finale regionale. L’emozione ha coinvolto tutta la comunità scolastica ed è già motivo di orgoglio per tutto il territorio rendese che crede fortemente in questi ragazzi. La scelta del rugby potrebbe apparire insolita, ma, fra tante attività sportive, è un gioco fortemente educativo: si basa essenzialmente sul concetto di avanzamento e di conquista, ogni centimetro è importante e quindi si gioca per guadagnare spazio, si lavora sulla resilienza, sulla caparbietà, sulla determinazione. C’è poi il sostegno: il giocatore più avanzato è il giocatore con la palla, non può vedere cosa succede dietro, ma spera che ci sia sempre qualcuno dei suoi compagni ad aiutarlo. Qualcuno obietterà che rimane uno sport aggressivo, ma, se, chi sta vicino ai ragazzi, riesce a renderli consapevoli di che cosa sia la paura e di come si sta nella paura, il rugby diventa un’occasione per affrontarla e per regalare l’imperdibile possibilità di crescere e di crescere bene.   

Barbara Gagliardi

Comunicato stampa

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